lunedì 6 ottobre 2008

I tagli alla scuola con voto di fiducia

Non ho parole.
Il governo Berlusconi ha posto la fiducia sui provvedimenti per la scuola, cioè la signora Gelmini vuol far passare senza possibilità di discussione tutti i tagli alla scuola, leggasi l'articolo sul Corriere

Ma pensano che siamo tutti scemi?

4 commenti:

Teresa ha detto...

Gentile professore, credo sia inutile inserire questo tipo di commenti sul blog di Giorgio Israel (mi riferisco a quello che ha appena scritto). Ammiro la sua capacità argomentativa, ma ho l'impressione che il prof. Israel è troppo convinto delle sue idee per darci ascolto. E' impressionante come tenti ripetutamente di svicolare se messo di fronte alla realtà dei fatti (e cioè che questi ci considerano tutti scemi, come scrive lei, ma forse tali siamo se tali figuri si trovano al governo). In più le ripetute minacce di cestinare i commenti dissonanti mi hanno così irritato che dopo aver risposto per le rime ho cancellato tutti i miei stessi commenti ai suoi post. Si parlasse da solo. I miei commenti me li cestino io prima che lo faccia lui, a lasciare una traccia nel suo tempio non tengo per niente. Un blog non si scrive per offendere chi non la pensa allo stesso modo. Sinceramente, dopo aver letto uno dei suoi ultimi libri, credevo fosse più aperto e intelligente. Ma dopotutto sono in buona compagnia: in questo libro che ho letto il professore non risparmia nessuno,e quasi mi fa piacere essere in compagnia, ad esempio, di Enrico Bellone nella scarsa considerazione da parte di siffatta intelligenza.

feynman ha detto...

hai probabilmente ragione Teresa, ma credo che sia comunque utile far sentire la propria voce proprio là dove altrimenti ci sarebbe un pensiero unico. In Rete è ancora possibile, nei media italiani è praticamente impossibile visto che il 95% sono manovrati da chi detiene il potere.

Teresa ha detto...

Si, è vero, ma per quanto riguarda il blog di Giorgio Israel siamo davvero alla farsa. Un esempio: in riposta ad uno dei miei commenti (come ho già scritto, cancellato da me medesima per stizza), in cui paventavo le conseguenze dell'assunzione diretta dei docenti da parte dei presidi seppure mascherata da "concorsi d'istituto", il prof Israel mi scrive: "Sono assolutamente contrario all'assunzione degli insegnanti tramite concorsi d'istituto. Nel modo più radicale, e non ho mancato e non mancherò di dirlo se questi propositi andassero avanti. Che però non sono affatto i desiderata del centro-destra ma soltanto di una sua parte." vedi: http://gisrael.blogspot.com/2008/10/lineffabile-michele-serra.html

Però se legge l'articolo di questa pagina: http://gisr.articles.googlepages.com/ilmessaggero

dal titolo (condivisibilissimo) "La scuola riparta da maestri e contenuti", vedrà che il prof. Israel scrive:

"L'unica autonomia sensata è concedere alle scuole il diritto al reclutamento diretto dei docenti abilitati, e così stimolarle a elevare il loro livello qualitativo"

Ma il professore pensa che i suoi lettori siano scemi? Probabilmente, posto davanti a questa contraddizione comincerà a cavillare dicendo che i concorsi di istituto sono di natura diversa dal reclutamento diretto dei presidi (e anche qui non regge, visto che il nostro si era appena lamentato delle "insensatezze di troppi dirigenti scolastici che si sono estraniati dall'insegnamento dopo che sono stati trasformati in "manager"). Comincerà ad arrampicarsi sugli specchi, come si conviene a un matematico. O peggio: eviterà di rispondere per evitare che i toni della discussione si abbassino (!!)

feynman ha detto...

credo che Israel si sia sobbarcato una missione impossibile e cioè il tentativo di sdoganare da un punto di vista culturale una destra che si rivela sempre più becera e volgare ogni giorno che passa. Si è tanto calato nella parte che ormai è capace di ascoltare soltanto quelli che gli danno ragione e che confermano le sue opinioni. Vedasi il mio tentativo di fargli capire che la scuola nella quale lavoriamo e viviamo non è quella dei filmati volgari e violenti di youtube; nulla da fare non ascolta.